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Recensione del libro In tasca la paura di volare di Lorenzo Foltran


Autore: Lorenzo Foltran
Editore: Oèdipus Edizioni
Genere: Poesia 
Formato: cartaceo
Prezzo: 12€ 
Data pubblicazione: Maggio 2018
Pagine: 96 
Link d’acquistohttps://amzn.to/2xx6HAg

TRAMA:

Scostate le fronde ultime, un saluto e ciascuno alla sua strada. Le prime luci, rade (è notte e la più parte dorme) fanno sicuro l'accesso al villaggio.

RECENSIONE:

Ciao a tutti ragazzi e ragazze, anche questa settimana ho deciso di leggere un libro di poesie scritto e gentilmente offerto da Lorenzo Foltran.
A differenza di quello che ho recensito la scorsa settimana questo racconta una storia vera e propria anzi ne racconta tre. La prima sezione parla di "Donne sparse" e sono principalmente liriche amorose, la seconda è "I lampioni e nessun'altro" che parla del fallimento del rapporto io-tu ed infine la terza "In tasca la paura di volare" viene segnata dal viaggio, dalla migrazione, dalla mescolanza linguistica, dal lavoro. Se volete leggere più nel dettaglio tutte le varie descrizioni delle tre parti li trovate nel capitolo qui sotto intitolato "Lorenzo Foltran racconta".
Per quanto riguarda il mio parare ho trovato questa raccolta di 67 poesie molto profonde e intense infatti ho iniziato a leggerle senza dargli molto peso ma mano a mano che andavo avanti ho avuto la necessità di rincominciare da capo per capire il vero significato intrinseco.
Mi è piaciuto molto questo libro e mi ha fatto riflettere soprattutto nella seconda lettura. Lo consiglio a chi ama le poesie e vuole cimentarsi in una lettura complessa con significati da scovare.

LORENZO FOLTRAN:

Nel novembre del 2011 consegue la laurea magistrale in italianistica all’Università Roma Tre con la tesi La Musa e il Poeta: la relazione io-tu nella lirica amorosa tra origini e contemporaneità. Successivamente, si è diplomato in mangment dei beni e delle attività culturali dopo aver seguito un master di secondo livello tra l’università Cà Foscari di Venezia e l’École Supèrieure de Commerce  de Paris. Ha lavorato per importanti istituzioni culturali come La Casa delle Letterature ( Festival delle Letterature) e l’Institut français (Festival della narrativa francese) a Roma e e la Fête de la Gastronomie e il Pavillon de l’Eau a Parigi, dove attualmente risiede. In tasca la paura di volare è la sua prima raccolta poetica, si ritiene, quindi, un esordiente.

LORENZO FOLTRAN RACCONTA:

In tasca la paura di volare è una raccolta di 67 poesie divise in tre sezioni: Donne sparse, I lampioni e nessun altro e In tasca la paura di volare. Nella prima sezione, composta essenzialmente da liriche amorose, il senhal, elemento classico della poesia d’amore fin dai provenzali, perde il suo ruolo di richiamo all’unicità della donna e cambia, si maschera sotto altre forme. Ne derivano le immagini del teatro e dell’affabulazione (le prime poesie, Margherita e “Filo d’erba” rimandano al prato del Decameron dove i giovani fiorentini scampati alla malattia “cominciarono di novellare sopra la materia”). La figura della donna è quella dell’attrice (Dietro le quinte) che assume ruoli e caratteristiche diversi in base al personaggio da interpretare (si veda l’ammiccante ambiguità dell’indeterminato nel titolo You and me). La prima sezione è, quindi, finzione, manierismo e per tale motivo propone testi anche banali come “Quando la guardo, tutto” che utilizzano le forme più stereotipate del linguaggio della lirica d’amore. La sezione si conclude con la presa di coscienza della distanza incolmabile tra la io lirico e tu, tra chi guarda e chi è guardato. I testi poetici diventano reperti consacrati a un’istanza museale. La lirica d’amore, intesa come dialogo io-tu, binomio poeta-musa, è considerata come Storia che deve essere musealizzata.
Nella seconda sezione, al fallimento del rapporto io-tu (Peccato che non ci siamo incontrati oggi...Eravamo così vicini...) ne consegue quello della poesia tout-court (“Non c’è più posto per la poesia”). Il poeta è costretto a uscire dal museo, dal teatro, dalla biblioteca (“Senza l’amore di lontano”) in cui si rifugiava, a confrontarsi con la ripetitività e l’apparente facilità di vicende terrene che sconfinano spesso nella dimensione usuale e mondana (rappresentate, per esempio, dalle rime in -are e dal lessico quotidiano in Sabato sera) e a tornare a casa (I lampioni e nessun altro) prendendo atto che tutto ciò che ha scritto/vissuto è stato pura illusione.
Alla staticità della prima sezione si oppone il dinamismo della terza, segnata dal viaggio, dalla migrazione, dalla mescolanza linguistica, dal lavoro. L’io poetico in fuga dalla finzione di Donne sparse e dalla realtà evocata in I lampioni e nessun altro, si trova disorbitato tra lo slancio spaziale verso il futuro (“Immensa consapevolezza”) e la gravità temporale che lo riporta verso il passato (“Bevendo un infuso dei tuoi profumi”). La raccolta si conclude con le stazioni di un pellegrinaggio (Boulogne - Varenne, Brest, Le Barcarès - Saint Laurent de la Salanque, Saint-Cloud) e dalle riflessioni che le accompagnano.

LE SUE OPERE:


SITO UFFICIALE DI LORENZO FOLTRAN:

https://it-it.facebook.com/lorenzofoltranpoesia/




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A presto,
❤ ELENA ❤

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